Continuano gli atti vandalici notturni all’ex asilo Filangeri. I rapporti con l’amministrazione e l’indifferenza generale.
Sta diventando il mistero delle notti di Napoli, ma ovviamente tra sparatorie e morti notturne quello che sta accadendo nei locali dell’ex asilo Filangeri, sito nel centro storico di Napoli sembra passare in secondo piano.
Eppure non è da sottovalutare il fatto che in un centro di aggregazione sociale, ove si fa politica e si studiano diverse discipline, e tutte gratuite, venga sistematicamente preso di mira da irruzioni e atti vandalici che ne rallentano, fino ad impedirne a volte la completa attività.
Intervista a un “abitante dell’asilo”
In merito a quanto sta accadendo, abbiamo chiacchierato con un attivista e “abitante dell’asilo”.
“Al Filangeri nelle ultime notti abbiamo subito dei danni ingenti. Di tutte le cose di cui siamo rimasti maggiormente colpiti è che chi ha varcato le nostre porte ha distrutto, porte, finestre e qualunque cosa ci fosse, ma soprattutto sono state distrutte anche opere che noi con attenzione avevamo conservato, segni tangibili di iniziative dell’asilo. La finestra si ripara, ma il lavoro creato da mani e menti no, quello nessuno lo potrà ricomprare”.
La causa di tutto ciò? Avete dei dubbi su chi possano essere i responsabili o eventuali “mandanti”?
“Non è la prima volta che la struttura è presa d’assalto, sin da quando abbiamo iniziato la nostra attività, quattro anni fa, la struttura ha subito irruzioni; anzi una volta era più facile entrare, ora c’è maggiore protezione, ciononostante gli assalti continuano. Ma non siamo noi gli inquirenti, ma, mio avviso stiamo assistendo ad un cambio generazionale tra i giovanissimi, e i “ragazzini del quartiere” vivono molto di più del passato i disagi di un quartiere che troppo spesso viene lasciato solo, o peggio, nelle mani della criminalità organizzata e che vedono in essa l’unica strada, il loro unico futuro”.
Come risponderete a questo ennesimo atto di violenza?
“All’interno dell’organizzazione abbiamo aperto una discussione più ampia, per cercare di comprendere la situazione, e ciò che appare chiaro è che nonostante i nostri sforzi per interagire con gli abitanti del quartiere, il quartiere talvolta non si apre a noi. Spesso facciamo assemblee pubbliche di confronto e di promozione di eventi o iniziative, ma dalla cittadinanza non riceviamo molti riscontri.
Noi proviamo ad aprirci alle realtà legate al territorio, a volte accade il caso opposto, noi ci apriamo e alcuni vicini si chiudono, con molta probabilità è una questione socio culturale”.
Quanto il clima di campagna elettorale ha inciso e incide su quello che è accaduto?
“È innegabile che a Napoli è in corso una campagna elettorale dal sapore velenoso, i colpi bassi sono già cominciati, è probabile che tutto ciò che concerne gli utilizzi dei beni comuni e coloro che se ne stanno occupando siano parte centrale della campagna, con tutti i risvolti che ne conseguono.
Al di là di ogni aspetto, gli atti vandalici che si stanno svolgendo di notte alla struttura liberata creano una frattura tra legalità e cultura. Non crediamo che la campagna elettorale sia direttamente collegata alle irruzioni al Filangieri, bensì riteniamo che questo tipo di comportamenti venga alimentato, se non fomentato, da alcuni personaggi, che aspirando alla carica cittadina più alta, rilasciano interviste in cui si esaltano comportamenti di questo tipo.
Per esempio: se coloro che fanno questi atti, sapessero di avere almeno una condanna morale le cose potrebbero cambiare; invece dopo ogni attacco accade che non sentiamo parole spese per la nostra causa e per quanto subiamo, gli assalitori, siano essi giovanissimi, siano esperti camorristi credono di andare in un territorio di nessuno, cui tutto è concesso. Ecco una presa di distanze dagli attacchi che subiamo servirebbe almeno a farli sentire meno protetti”.
Qual è il comportamento dei questa amministrazione?
“Il cambio di passo è evidente, ma molto c’è da fare ancora. Il Sindaco è lontano da certe logiche di vecchia politica, e rispetto alle amministrazioni del passato, questa è vicino a concetti come i beni comuni o cittadinanza attiva, ma purtroppo ci rendiamo ben conto che per quanto ci sia voglia di cambiare lo stato delle cose, da soli si può fare ben poco e questa è una delle riflessioni che in queste settimane stanno nascendo all’interno dei vari movimenti o collettivi, che pur attivando sii tanto sul territori sono in alcuni aspetti ancora lontani dal trovare “un’unità d’intenti”. Il fine è lo stesso, le idee sono quelle ma a volte ci perdiamo dietro a spaccature e scissioni che ci fanno perdere forza e, in taluni casi, anche un po’ di consenso.
Anche “noi” dobbiamo iniziare a capire che solo uniti si vince”.
Cosa c’è nella agenda degli appuntamenti?
“Ci sono molti progetti in cantiere. Innanzitutto, ripartiamo con la nostra linea dall’assemblea di gestione di lunedì, 14 settembre, per incontrarci e costruire insieme in una visione di condivisione e interdipendenza più ampia possibile”.