La Slovacchia sembra fare un deciso passo indietro per quanto riguarda la libertà di stampa, con la chiusura definitiva della Radio e televisione della Slovacchia, l’emittente pubblica nazionale.
Questa mossa prelude alla nascita di una nuova istituzione mediatica che si preannuncia “meno critica e più conforme” alle direttive dell’attuale governo. Il nuovo ente, ribattezzato Televisione e Radio Slovacca, vedrà il suo direttore essere scelto da un consiglio dominato da nomine politiche, con quattro candidati proposti dal ministero della Cultura.
Questa decisione ha attraversato il Parlamento grazie alla maggioranza guidata da Robert Fico, figura nota per le sue posizioni populiste e nazionaliste.
Proteste e critiche sulla decisione
L’approvazione di questa riforma non è stata priva di ostacoli. L’opposizione ha manifestato il proprio dissenso astenendosi dal voto e annunciando ricorsi alla Corte costituzionale. Nel frattempo, migliaia di cittadini hanno protestato a Bratislava sotto la guida del principale partito d’opposizione, Slovacchia progressista. Il piano governativo ha suscitato ampie critiche non solo all’interno del Paese, ma anche da parte dell’Unione Europea e organizzazioni internazionali che vedono in queste mosse un ulteriore allontanamento dalla libertà d’espressione.
Questi eventi si inseriscono in un contesto già fortemente turbolento per la Slovacchia, segnato dall’assassinio del giornalista Ján Kuciak nel 2018. Kuciak stava indagando su connessioni tra il governo slovacco e organizzazioni criminali al momento della sua morte. Le proteste seguite a questo tragico evento avevano portato alle dimissioni temporanee di Fico dal ruolo di primo ministro. Oggi Fico è nuovamente al potere insieme a figure chiave del suo precedente governo.
La recente riforma dei media arriva dopo l’attentato subito da Robert Fico a maggio 2023, che ha visto il premier slovacco ferito gravemente. La reazione immediata dell’esecutivo è stata quella di puntare il dito contro i media accusandoli di fomentare odio politico attraverso le loro narrazioni considerate distorte o faziose.
Le modifiche legislative proposte nelle ultime settimane sembrano confermare una tendenza verso una maggiore restrizione della libertà dei media in Slovacchia. Tra queste spiccano provvedimenti come il “diritto di correzione”, che obbligherebbe le testate giornalistiche a modificare contenuti ritenuti dannosi per “l’onore” o la “reputazione” delle persone coinvolte nelle notizie.
Inoltre, si registra già un impatto tangibile sul panorama mediatico slovacco: Michal Kovačič, conduttore televisivo critico nei confronti del governo attuale è stato escluso dalla programmazione televisiva dopo aver denunciato tentativi governativi di censurare i contenuti politici nei media. Quest’ultima svolta nella gestione dei media pubblici in Slovacchia solleva interrogativi profondi sulla direzione che sta prendendo la libertà d’espressione nel Paese.