Il mondo dei videogiochi è testimone di un fenomeno tanto curioso quanto costoso: la “Pile of Shame”, ovvero la pila della vergogna.
Si tratta di giochi acquistati su piattaforme come Steam, ma mai effettivamente giocati. Recentemente, è emerso che la cifra spesa per questi titoli inutilizzati ha raggiunto l’astronomica somma di 19 miliardi di dollari.
Questo comportamento, ovviamente, ha delle ripercussioni economiche notevoli e fa riflettere dell’accumulo oltre le reali necessità o capacità della natura umana.
Un fenomeno in crescita con i saldi estivi
Con l’avvicinarsi dei saldi estivi su Steam, il fenomeno della “Pile of Shame” rischia di intensificarsi ulteriormente. Durante questi periodi promozionali, moltissimi appassionati si lasciano sedurre da sconti allettanti e finiscono per acquistare una quantità di giochi tale da non riuscire poi a dedicarvi il tempo necessario. Questa pratica porta ad un accumulo sempre maggiore di titoli mai aperti o sperimentati.
La stima dei 19 miliardi di dollari spenditi in giochi mai toccati proviene da un’analisi condotta da Ed Smith di PCGamesN. Esaminando gli account registrati su Steam, il popolare servizio di distribuzione digitale, Smith ha scoperto che solo il 10% degli account (circa 73 milioni) sono visibili pubblicamente attraverso il database SteamlDFinder. Da qui è emerso che circa 1,9 miliardi di dollari (equivalenti a circa 1,4 miliardi di sterline) sono stati spesi in giochi mai avviati. Estendendo questa percentuale all’intera base utenti, si arriva alla stupefacente cifra totale stimata.
Per dare un’idea più chiara dell’enormità della somma spesa in videogiochi ignorati dagli acquirenti stessi, vale la pena fare qualche confronto. I 19 miliardi di dollari superano il Prodotto Nazionale Lordo (PNL) di nazioni intere come Mauritius e Nicaragua. Questa comparazione mette in prospettiva non solo l’impatto economico del fenomeno, ma anche quanto sia diffusa tra i giocatori la tendenza ad accumulare titoli senza poi utilizzarli.
Ma cosa porta milioni di persone a spendere ingenti somme per qualcosa che poi non verrà mai utilizzato? La risposta sembra essere una combinazione tra l’attrattiva degli sconti profondi durante le vendite stagionali e una sorta di ottimismo riguardante il tempo libero disponibile futuro. Molti giocatori acquistano pensando “un giorno ci giocherò”, senza considerare realisticamente le proprie disponibilità temporali.