Chi tra di voi si è mai chiesto quando sarebbe utile un altro dito alzi la mano, sicuramente sarete in molti ma ora c’è una risposta.
Si tratta di una situazione tecnologica e molto particolare, da osservare molto da vicino.
Andiamo a vedere cosa accade da vicino e come cambieranno le cose a breve.
Il futuro è qui: il secondo pollic
Il mondo della robotica e della protesi ha fatto un salto in avanti significativo grazie ai ricercatori dell’Università di Cambridge, che hanno sviluppato una protesi robotica rivoluzionaria denominata “The Third Thumb“. Questo dispositivo, frutto del genio creativo di Dani Clode, promette di migliorare notevolmente la funzionalità della mano umana. La particolarità di questo esoscheletro sta nella sua intuitività d’uso: è controllato da sensori di pressione situati sotto gli alluci dei piedi. Questa caratteristica permette agli utenti una manipolazione fluida e naturale degli oggetti, aprendo nuove frontiere nell’ambito delle tecnologie assistive.
Uno degli aspetti più sorprendenti del The Third Thumb è la sua straordinaria facilità d’uso. Durante i test condotti dai ricercatori, il 98% dei 596 partecipanti, con un’età compresa tra i 3 e i 96 anni, è riuscito a utilizzare il pollice robotico entro il primo minuto dall’inizio dell’esperimento. Questo dato non solo dimostra l’intuitività del dispositivo ma sottolinea anche come possa essere accessibile a un vasto pubblico. I test hanno incluso attività come raccogliere pioli e manipolare oggetti morbidi, evidenziando un miglioramento significativo nella destrezza manuale e nelle capacità di trasporto degli oggetti.
L’esperimento ha altresì messo in luce come la facilità d’utilizzo del The Third Thumb sia indipendente dal genere o dalla dominanza manuale dei partecipanti. Tuttavia, si è osservato che i bambini al di sotto dei dieci anni hanno incontrato maggiori difficoltà nell’utilizzo del dispositivo rispetto agli adulti. Ciò suggerisce la necessità di ulteriori adattamenti per rendere questa tecnologia ancora più inclusiva ed accessibile a tutte le fasce d’età.
La professoressa Tamar Makin ha enfatizzato l’importanza dell’inclusività nelle tecnologie indossabili come il The Third Thumb. È fondamentale garantire che questi dispositivi possano beneficiare ampie fasce della società, soprattutto le comunità emarginate o quelle con disabilità fisiche. L’integrazione senza problemi delle tecnologie assistive nella vita quotidiana può offrire nuove opportunità non solo alle persone disabili ma anche a quelle normodotate, ampliando le loro capacità fisiche oltre i limiti naturali.
The Third Thumb rappresenta una pietra miliare nel campo delle protesi e delle tecnologie per l’aumentazione umana. La sua capacità di integrarsi armoniosamente nella vita quotidiana apre scenari futuristici dove le barriere tra abilità naturali ed estensioni artificiali si assottigliano sempre più. Le implicazioni sociali sono vaste: dal miglioramento della qualità della vita per persone con disabilità alla potenzializzazione delle capacità umane per scopi lavorativi o creativi.