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Scoperta la parolaccia più antica in Italia, la risposta era racchiusa all’interno di una chiesa romana

Parole volgari e colorite. Da sempre nel nostro mondo, e in ogni momento. Ma perché e come nacquero in realtà?

L’antichità delle Parolacce Italiane. Il linguaggio italiano è notoriamente ricco di parolacce, alcune delle quali vantano una storia sorprendentemente antica. Tra queste, la più vetusta è stata scoperta in un affresco situato a Roma, testimoniando quanto profondamente radicate siano queste espressioni nel tessuto culturale e linguistico del Paese.

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La parolaccia più antica era nascosta in una Chiesa/Cantolibre.it

**Un Elemento Universale del Linguaggio**

Nonostante possano essere considerate ineducate, le parolacce sono un elemento universale del linguaggio umano. Presenti in ogni lingua e dialetto, emergono spesso nei momenti di rabbia o stress. Questa tendenza all’uso spontaneo dimostra che, oltre a non essere sempre controllabili, le parolacce soddisfano una specifica funzione comunicativa ed emotiva.

La Creatività nascosta nelle parolacce. Sorprendentemente, le parolacce possono essere viste come una forma creativa di espressione. A volte sono capaci di veicolare concetti difficilmente esprimibili con il vocabolario standard e il loro suono può avere un effetto catartico sull’individuo, aiutando a liberare la tensione accumulata.

Origini antiche e distribuzione. Le origini di molte comuni parolacce italiane risalgono a tempi remoti. Alcuni esperti ritengono che derivino dal latino; altri suggeriscono che si siano sviluppate spontaneamente nelle diverse regioni d’Italia. Ciò che è certo è che molte di queste colorite espressioni erano già presenti nei testi letterari dei secoli XIII e XIV.

Testimonianze letterarie e documentali

Le prime apparizioni documentate di volgarità si trovano principalmente in opere letterarie come la Commedia dell’Arte o i sonetti berneschi. Tuttavia, esiste anche un documento ufficiale contenente quella che può essere considerata una vera bestemmia: l’affresco della basilica di San Clemente a Roma.

dove si trova la parolaccia più antica d'Italia
Ecco dove è stata trovata la parolaccia più antica in Italia/Cantolibre.it

L’affresco della Basilica di San Clemente

Questo affresco rappresenta il tentato arresto del papa Clemente I da parte dell’imperatore Traiano e mostra Sisinnio mentre cerca di allontanare l’imperatore dalla chiesa con una frase oltraggiosa dipinta sulla sua tunica: “fili de le pute traite“, ovvero “figlio della puttana”. Datato 1299, questo affresco fu scoperto nel 1660 durante i lavori per la costruzione della nuova basilica.

Un Viaggio attraverso i Secoli nella Basilica

La basilica stessa offre un viaggio attraverso tre epoche storiche grazie ai suoi tre livelli sovrapposti: l’antichità romana (I secolo), il medioevo (IV-XII secolo) e il rinascimento (XII-XVII secolo). Durante la visita guidata è possibile ammirare gli splendidi mosaici bizantini oltre all’affresco con l’espressione volgare dipinta risalente al XIII secolo. In conclusione, questa particolare scoperta non solo evidenzia l’origine antichissima delle parolacce nella cultura italiana ma dimostra anche come certe espressioni siano rimaste pressoché immutate nel corso dei millenni.

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