Vorremmo brevemente trattare di un tema che viene proposto da tutti i populismi mondiali, a qualsiasi latitudine appartengano cioè : evitare i flussi migratori e chiudere frontiere per proteggere i propri “orticelli”.
Di tale argomento capite bene chi in Italia, ne ha fatto uno dei suoi principali cavalli di battaglia : La Lega Nord. Ci sbagliamo o è Salvini (ultimo dei leader leghisti) a dire che i barconi devono essere fermati, che bisogna accordarsi con i governi delle lontane sponde da cui provengono i migranti, che “bisogna aiutarli a casa loro” – e poi ci devono sempre spiegare in termini concreti che significa, come agire.
Sono da poco terminati gli scontri che hanno messo a ferro e fuoco la città, a causa delle dimostrazioni contro il novello Alberto da Giussano, che è sceso con il suo carroccio, il suo scudo e la spada levata, contro ogni forma di oppressione per sostenere la libertà dei popoli. E’ venuto a raccontare storie circa le opportunità che potrebbe avere il Sud, se si scrollasse di dosso il carico della Roma ladrona, è venuto a dire che le diversità devono essere valorizzate, che è necessario garantire la sicurezza e la presenza dello Stato sui territori in mano alla criminalità organizzata, che magari i migranti devono essere fermati – anche perché tolgono il lavoro ai poveri giovani meridionali ecc. E’ arrivato anche ad evocare antichi fasti dell’epoca borbonica (salvo ad essere sconfessato dai movimenti neoborbonici presenti nella nostra città i quali hanno tenuto a precisare che in nessun modo egli può parlare per loro). Certo nella Mostra d’Oltremare il sostegno ho ha avuto – ma abbiamo visto striscioni di lontane province del Sud, ripetiamo non sappiamo quanti napoletani c’erano a sostenerlo.
La questione non è da poco dato che la realtà delle province è ben diversa da quella delle metropoli. La provincia in genere, e dovunque essa sia nel mondo, è stata ed è portatrice storicamente di istanze conservatrici. Ne sanno qualcosa i patrioti come Pisacane che venivano a portare la libertà e dovettero affrontare gli eserciti costituiti da quelli che venivano chiamati “cafoni” che temevano che egli fosse venuto a depredare. Ne sappiamo qualcosa in tempi moderni (BREXIT, TRUMP ecc. sono il risultato di populismi che hanno attecchito prevalentemente in territori di provincia – latamente intesa). I napoletani secondo noi, come hanno sempre fatto, si sarebbero fatti scivolare addosso anche la visita del’onorevole nordista.
L’errore è stato dare al fatto troppa importanza. Gliela hanno data i giovani idealisti dei centri sociali (ai quali si dovrebbe spiegare che di soli ideali non si vive), che l’economia della decrescita felice è più facile a professarsi che a viversi, gliela hanno data i mass media – propagandando la visita, gliela ha data il primo cittadino, che secondo alcuni. ha assunto più atteggiamenti da capo popolo che da sindaco di una città aperta a tutti, a quanti vogliono dire la loro, in una visione pluralista e democratica.
Così Salvini è venuto a farsi pubblicità e a rinforzare il suo ruolo nell’ambito di una eventuale coalizione del centro destra anch’esso a caccia di un leader.
Salvini ha indossato la “camicia rossa” di garibaldina memoria ed è venuto a chiedere ai napoletani ed ai meridionali tutti il voto. Lo ha fatto nell’interesse del Sud o lo ha fatto perché attraverso i voti dei “sudisti” vuole rendere il suo partito più forte e raggiungere il disegno della “padania libera“?Questo bisognerebbe capire.
Se i napoletani ed i meridionali in genere, pensano che separati dall’Italia, separati dalle ricche regioni del Nord (all’insegna di un disegno federalista che secondo noi maschera l’indipendentismo) – potranno vivere meglio, votassero la Lega (tanto il popolo è sovrano o ci sbagliamo?).
Può darsi che così facendo risolveremmo i problemi della criminalità organizzata, dell’economia arretrata, della disoccupazione giovanile … Diversamente se pensano che le istanze di “separazione” e di chiusura non sono vincenti nel nostro mondo non per motivi puramente etici e morali anche più bassamente economici, permettessero a chiunque di dire la sua, riservandosi di esprimersi nel segreto delle urne.
Sarà la storia a dire chi aveva ragione. Ad oggi potrebbe anche sembrare (secondo un’interpretazione più semplicistica) che la visita dell’onorevole del Nord, volesse essere solo un’altra maniera di dire “aiutiamoli a casa loro” – dove ovviamente quelli da aiutare siamo noi, che dobbiamo rimanere al “nostro posto“, evitando di invadere con la nostra creatività, fantasia e voglia di intraprendere territori della Penisola che non ci appartengono.
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