Con lo scientifico apporto di Umberto Oreste riprendiamo a pubblicare dopo una settimana di interruzione
In questi giorni tutti seguono le previsioni meteo per sapere quando finirà l’inferno di Lucifero per poter tornare a “riciatare”. In queste circostanze, il primo pensiero deve andare agli operai dei cantieri edili che corrono seri rischi di essere vittime di ipertermia (colpi di sole).
Da commiserare poi i bagnanti, vittime delle punture delle meduse. Le due situazioni sono certamente collegate. È evidenza indiscutibile che l’alta pressione stazionante sull’Africa settentrionale, ha provocato temperature anomale in Europa meridionale, sicuramente superiori di 5-6 °C rispetto ai valori medi del periodo.
È, invece, poco conosciuto l’anomalo livello della temperatura dell’acqua marina nello stesso periodo: infatti nel Mediterraneo la temperatura superficiale è sicuramente anomala come è possibile rilevare dalla figura che rivela i valori delle temperature del 5 agosto. Notate la grande differenza tra Mediterraneo e Atlantico di almeno 4 °C. I mari italiani sono oggi a 27-28 °C, mentre le medie dello stesso periodo si aggirano tra 22 e 24 °C. Una differenza di 4-5 °C
In queste circostanze una conseguenza evidente è il proliferare esponenziale delle meduse che, spesso in sciami, vengono trasportate a riva. Tra le più comuni la Cotylorhiza tuberculata e le più pericolose Rhizostoma pulmo e Pelagia Nocticula.
L’esplosione delle meduse non è pericolosa perché qualche bagnante deve rimanere sotto l’ombrellone, ma piuttosto perché provoca un disequilibrio nel sistema biologico mare. Le meduse infatti si cibano di uova e di embrioni di pesci, per cui la loro comparsa provoca un successivo impoverimento dei branchi di pesce. La proliferazione delle meduse d’altro canto si verifica perché non è limitata dai suoi predatori (tonni, tartarughe e pesci spada in costante diminuzione).
La domanda che viene in mente è naturalmente: che si può fare? La risposta più ovvia è lottare contro tutto ciò che danneggia irreversibilmente il mare come le trivellazioni, l’overfishing, l’inquinamento, i grandi traffici marini, l’acidificazione causata dall’aumento di CO2 nell’atmosfera, i cambiamenti climatici, tutti fattori prodotti dal liberismo.
Rimanendo invece a risposte più immediate è da seguire un progetto europeo, MED-Jellyrisk (www.jellyrisk.eu) che si prefigge di informare il grande pubblico sul “fenomeno meduse“; di unificare i metodi di rilevamento, di formare personale tecnico e scientifico, di proporre applicazioni alimentari e farmaceutiche, di sviluppare tecnologie anti-meduse come particolari barriere difensive.
Per finire una citazione per quelli che negano l’evidenza dei cambiamenti climatici essendo, poi, quelli che traggono profitto individuale dal modello capitalistico. La citazione è di Galileo Galilei:
“Questi che esaltano tanto l’incorruttibilità, l’inalterabilità, etc., credo che si riduchino a dir queste cose per il desiderio grande di campare assai e per il terrore che hanno della morte;
questi meriterebbero d’incontrarsi in un capo di Medusa, che gli trasmutasse in istatue di diaspro o di diamante, per diventar piú perfetti che non sono.”
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