Una comunità in grande apprensione, Ali, è stato cinque giorni fa colpito da questa malattia che ha messo molte realtà in crisi, da quella finanziaria a quella più strettamente legala a fenomeni di vita quotidiana.
Un male che ha messo contro cittadini timorosi a quelli che parlano di complotto e non assumono nessuna regola di sicurezza attorno a se, guidati dal re degli ignoranti, Salvini, che cerca di cavalcare questa crisi per accaparrarsi consensi dall’universo complottista, saranno pochi, ma fanno la somma.
Le notizie che ci arrivano da persone a lui vicine, e da altri che in questo momento gli sono vicini, destano apprensione, il virus sembra si è catapultato su di lui, in una delle forme più preoccuopanti.
Ali è una delle figure del centro storico di Napoli, più rappresentative, il suo negozio “Handala Ali Bazar Multietnico”, a ridosso dell’Università Orientale, è meta quotidiana di studenti, amici, curiosi e compagni, che entrano nel suo negozio per sentire i suoi racconti e le sue idee. Qualche volta condensato con te o caffè.
Un Palestinese in lotta, sempre presente a qualsiasi presidio a favore del popolo gemellato con il Comune di Napoli, e dispendioso di notizie su come vivere la Palestina, per alcuni è il “Console palestinese a Napoli”
Improvvisa e spontanea la solidarietà, mista a preoccupazione, di tutta una comunità, Il comprensorio di Santa Fede, per rispetto e motivi di sicurezza ha deciso di sospendere le sue attività, a cominciare dal martedì solidale, non c’è stato il solito pranzo comunitario, e tutti i frequentatori della struttura saranno tamponati. Ma Raffaele Paura, ieri sera ha precisato che Martedì prossimo il pranzo ci sarà e sarà un take away, questo anche per non lasciare persone digiune.
Tantissimi i mi piace sulle pagine facebook dalle condivisioni guida, e un gruppo di amici e compagni ha messo uno striscione fuori l’ospedale, una vicinanza e solidarietà che si mostra solo verso i grandi, e Ali è un grande.
Ieri all’imbrunire davanti al suo negozio quella saracinesca abbassata aveva un aspetto sinistro, buio, e in qualsiasi angolo del centro si passi non si parla altro che di lui, come un capannello creatosi ieri sera fuori al bar settebello, punto di ritrovo dei “Sinistri” del centro storico, con Federico Libertini, Raffaele Paura, Anna Troise, Carlo Faiello e altri discutevano sulle condizioni di Ali, imprecando contro la malattia.
Vogliamo tutti bene ad Ali, e se questo sentimento in tutto il centro è così diffuso, un motivo ci sarà…un uomo capace di costruire consenso e affetto intorno alla sua persona, ricca, energica e sempre disponibile, spesso generosa.
Forza Ali, torna a casa e riapriamo quel negozio-consolato, ne ha bisogno la comunità, la città e la nostra voglia di camminare ancora a lungo con te.
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Dispiace molto per Alì, ma come è stato scritto questo articolo? Mamma mia, imbarazzante
è stato scritto il giorno prima del suo addio direi che è stato scritto di cuore Dan Tarantini