Caro Giovanni il tuo articolo verso la fine auspica che “.. questo articolo avrebbe senso se anche un solo studente napoletano trovasse il modo di contattare i coetanei della scuola rurale di Ayotzinapa per solidarizzare….”. Ebbene tra dicembre e gennaio u.s. insieme ad altri abbiamo “accompagnato” una delegazione di studenti italiani, tra cui anche napoletani, che hanno avuto modo di incontrare, parlare, condividere la rabbia e il dolore con i famigliari e gli amici dei 43 scomparsi per quanto era successo, per conoscere la realtà delle scuole rurali, per attraversare l’esperienza delle comunità zapatiste del Chiapas. Il tuo articolo ci permette anche di precisare che, aldilà delle versioni governative, i 43 sono ancora formalmente desaparesidos e che le madri, i padri, i loro compagni e noi tutti reclamiamo e vogliamo il loro ritorno in vita. Ringraziando te e Cantolibre per l’attenzione che vorrete continuare ad avere ti/vi segnaliamo che il 28 e 29 Aprile una delegazione di Ayotzinapa sarà in Italia e che volendo potete consultare il sito http://www.yabastanapoli,blogspot.com dove troverete materiali sulla realtà messicana (in particolare ai seguenti link troverete il materiale prodotto durante la nostra carovana in Messico tra la fine 2014 e l’inizio del 2015 https://www.youtube.com/watch?v=Nj7fGHLt2FE&feature=youtu.be&list=UUCooyukLvLf2orhklk4_PhQ con la relativa traduzione al link http://www.yabasta.it/spip.php?article1931). Grazie per l’attenzione prestata a quello che sicuramente nell’immaginario collettivo continua ad essere un paese da cartolina con spiagge e paesaggi incantevoli e unici ma che, nella realtà, è tra i paesi al mondo con la più alta presenza di narcotrafficanti nelle stanze più esclusive e decisive delle istituzioni.